DOMENICA 13 GIUGNO: FINALE MONDIALE

GERMANIA – ARGENTINA 1-0 d.t.s.
RETI: 113′ Gotze

Tocca alla Germania l’onore di essere la prima formazione europea a conquistare un mondiale in terra americana. Il tutto dopo una finale intensa e combattuta contro l’Argentina, formazione che deve rammaricarsi per aver fallito unpaio di ghiotte occasioni, in una partita dominata territorialmente (solo lì, però) dai tedeschi. Andiamo con ordine.
il match si apre con una sorpresa: Sami Kedira, elemento cardine del centrocampo teutonico non è in campo a causa di un risentimento muscolare patito durante il riscaldamento. Al suo posto entra il giovane Kramer. La squadra tedesca, sostenuta anche dai tifosi brasiliani, inizia a menare le danze, ma gli argentini, pronti a colpire in contropiede, sfiorano il gol con Higuain, incapace di sfruttare uno svarione della difesa avversaria. Messi non brilla, ma tiene in apprensione i tedeschi, soprattutto quando si trova uno contro uno contro il gigantesco Hummels. Il canovaccio tattico prosegue una buona mezz’ora, fino a quando il tecnico Löwe non è costretto a rimescolare le carte. Kramer subisce un violento colpo in faccia – del tutto involontario – prova a rimanere in campo, desideroso di sfruttare fino in fondo l’opportunita capitatagli, ma dopo 32 minuti deve arrendersi. A questo punto entra Schurle, autentico jolly avanzato a disposizione. Il cambio ha effetti immediati: i tedeschi iniziano a rendersi pericolosi, sfiorando il vantaggio proprio allo scadere del primo tempo quando, su azione di calcio d’angolo, Höwedes colpisce il palo.
La ripresa inizia con l’ingresso di Aguero in luogo di Lavezzi; il tecnico argentino Sabella cerca di avanzare il raggio d’azione dei suoi. I primi minuti, effettivamente, sembrano dargli ragione, ma i tedeschi riprendono in mano le redini del gioco. Come avvenuto nel primo tempo, però, l’occasione più nitida capita all’Argentina, esattamente a Palasio, entrato nel frattempo in luogo di uno spendo Higuain. È un fuoco di paglia di una squadra che non può contare nemmeno sugli spunti di Messi, bloccato da una crisi di nervi che lo costringe a dare di stomaco. Alla fine, come quattro anni fa, sono tempi supplementari. Nella prima frazione Schurle ha l’occasione di portare in vantaggio i suoi, ma la spreca. Si cambia campo; vola qualche legnata, il tedesco Schweinsteiger subisce un colpo in faccia, perde sangue, tanto che sembra profilarsi una sostituzione. Proprio mentre accade questo, si compie il destino del mondiale. Schurle s’invola, porge la sfera a Goetze, entrato nel secondo tempo al posto di Miro Klöse, grande controllo e legnata a mettere fuori causa il portiere argentino Romero. È l’apoteosi: i tedeschi controllano, Müller avrebbe l’opportunità di raddoppiare, Messi sparacchia una punizione e, dopo tre minuti di recupero dovuti ai crampi a Schweinsteiger e alla sostituzione di un impalpabile Ozil (ma questa squadra se lo può permettere) col gigantesco Mertesacher, l’arbitro italiano Nicola Rizzoli si fa riconsegnare il pallone della partita e decreta la fine delle ostilità. Germania Campione del Mondo, senza dubbio con merito, Neuer miglior portiere e Leonel Messi miglior giocatore della manifestazione. A tal proposito ci si chiede quale sia stato il metro di giudizio: a questo punto, se bastavano un paio di gol nelle prime partite e qualche giocata, il premio poteva essere tranquillamente dato al brasiliano Neymar, fuori dalla fase decisiva non per colpa sua! Sarebbe certamente stato un bel gesto di cortesia nei confronti della nazione ospitante.

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